Ceramica : la Trasformazione dell'argilla

PILLOLE DI STORIA

La ceramica è il nome generico utilizzato per indicare manufatti a base di argilla, infatti il nome deriva proprio dalla parola greca kéramos che significa “argilla”. Nella lavorazione vengono aggiunti materiali come quarzo, feldspato, calcari e marne, che svolgono un’azione “smagrante” o fondente.

I primi manufatti appartengono al Neolitico: vasellame grezzo cotto direttamente sul fuoco e modellato a mano. Successivamente l’arte vide l’introduzione del tornio e di altre tecniche di lavorazione e di cottura, che consentirono di ottenere oggetti più raffinati e robusti.

La ceramica dipinta venne esportata dall’Anatolia e dai territori della Mezzaluna Fertile verso l’Europa intorno al III millennio a.C., arrivando in Grecia dopo la fine della civiltà minoico-micenea. Dal VI al l IV secolo a.C. sorsero ad Atene e in altre zone – Beozia, Etruria e nella Magna Grecia – dei grandi centri di produzione.

In Europa essa veniva largamente utilizzata nel settore architettonico, sia nel Medioevo sia nel periodo gotico, e aveva la funzione di sottolineare le linee architettoniche grazie al contrasto tra il rossiccio della terracotta e il grigio della pietra. Dal punto di vista artistico la terracotta ha subìto un periodo di declino nel Rinascimento, quando gli scultori hanno cominciato a preferire il marmo, tuttavia l’utilizzo della terracotta per le statue da giardino è continuata anche nel ‘600 e nel ’700.

Attualmente è sempre largamente utilizzata per i vasi e per altri elementi decorativi, soprattutto se sono destinati all’esterno, ma anche per utensili da cucina.
Nella creazione e lavorazione della ceramica odierna sono racchiuse alcune delle più antiche tecniche artigianali conosciute. 

vasi e oggetti vari in terracotta

CICLO PRODUTTIVO DELLA CERAMICA ARTIGIANALE

A prescindere dal tipo di argilla selezionato, questa non è pronta per essere lavorata direttamente. Dev’essere prima ripulita dalle impurità tramite un processo di “stagionatura”. Dopo questo, può essere sciolta in acqua per pulire il materiale dai sali e, infine, subire un ultima depurazione per rimuovere le ultime impurità e le particole a grana più grossa.

Una ulteriore lavorazione rimuove l’aria dall’argilla, rendendola compatta ad impedendo la formazione di crepe al termine della lavorazione. Infine, si aggiunge il chamotte all’impasto: una polvere ottenuta dalla macinazione di ceramiche già cotte. Questo rende l’oggetto finito più resistente agli sbalzi di calore.
proprietà dell'argilla

MODELLAZIONE

Ci sono molti modi diversi per modellare l’impasto. Può essere fatto a mano, con la tecnica a colombino – detta anche “lucignolo”, dove l’impasto viene diviso in stringhe che vengono poi allungate lavorandole a mano e poi arrotolate una sopra l’altra – o dividendo l’argilla in lastre che vengono poi tagliate nella forma delle varie parti dell’oggetto.

Gli strumenti di modellazione più comuni sono il tornio e lo stampo. Il primo si utilizza principalmente per produrre vasellame, ed è costituito da un piatto rotante che permette all’artigiano di modellare l’oggetto secondo un asse di simmetria. Nel secondo caso il gesso dello stampo assorbe l’acqua, aiutando nella successiva fase di asciugatura. Dopo un certo periodo di tempo, il pezzo viene estratto dallo stampo e rifinito a mano.

ASCIUGATURA

Qualunque sia la tecnica che si vuole adottare, è necessario che i manufatti in argilla essicchino completamente all’aria. È una fase molto delicata perché dall’omogeneità del processo dipenderà la durevolezza dell’oggetto. Dopo un certo lasso di tempo l’argillla raggiunge lo stadio adatto per essere inciso e decorato; questo stadio è definito della durezza cuoio. Al termine di questa fase, si può procedere alla cottura.


COTTURA



Forse la parte più importante del processo produttivo, la cottura avviene in forni appositi che raggiungono temperature che possono superare i 1000°C, a seconda del materiale lavorato. Questo processo può durare diverse ore, in modo che la temperatura possa seguire una curva di crescita e decrescita graduale e prestabilita. A fine processo il prodotto avrà subito una riduzione del volume.



SMALTATURA E DECORAZIONI



Ci sono varie tecniche per decorare e colorare la ceramica, anche in base al tipo di prodotto che si vuole ottenere e alla cottura a cui si sottoporrà. Fondamentalmente si possono distinguere due tecniche: l’ingobbio, che permette di decorare l’oggetto prima della cottura, e le decorazioni che vanno applicate dopo la cottura e che, quindi, ne richiedono poi una seconda per la vetrificazione.

Cristalline e smalti, invece, si applicano sul prodotto cotto, e per questo richiedono poi un secondo passaggio in forno per la vetrificazione. La smaltatura ha lo scopo di proteggere l’oggetto dall’usura, di facilitarne la pittura, la decorazione e la manutenzione. Dopo che si è provveduto a smaltare la superficie dell’oggetto, si passa alla decorazione pittorica che viene solitamente fatta a mano con pennello e colori ceramici.


CICLO PRODUTTIVO DELLA CERAMICA INDUSTRIALE



I procedimenti industriali per la produzione di piastrelle e altri oggetti in serie si dividono in monocotture e bicotture. Nei primi la materia viene generalmente approntata con un processo a umido e passa attraverso una sola fase di cottura, dopo che il pezzo è stato essiccato e smaltato. Durante questa cottura singola avvengono anche i processi di sinterizzazione e stabilizzazione dello smalto. La bicottura prevede invece la preparazione della materia in un processo a secco. Vi sono due fasi di cottura: nella prima avviene la sinterizzazione del supporto, nella seconda la vetrificazione dello smalto.



Lavorazione dell'argilla al tornio nel film Ghost (1990)

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